Coronavirus e vitamina D

Articolo aggiornato al 9 settembre 2021

INDICE

– La vitamina D aiuta a prevenire il Coronavirus?
– La vitamina D aiuta a curare il Coronavirus?
– Quali studi medici hanno sostenuto la rilevanza della vitamina D per la cura e prevenzione del Coronavirus?
È opportuno e ragionevole assumere vitamina D durante il blocco a cui siamo costretti per il Coronavirus?
– Esistono raccomandazioni ufficiali per l’assunzione di vitamina D in questo periodo di quarantena per il Coronavirus?

 

1. La vitamina D aiuta a prevenire il Coronavirus? 

Sì, la vitamina D aiuta a prevenire il Coronavirus.

Update: Uno studio dell’Ospedale di Roma, effettuato con la collaborazione Istituto italiano per la salute (ISS), ha rilevato che “Anche se gli effetti in vivo della VitD non sono completamente compresi  una serie di osservazioni sottolineano il ruolo della VitD nello sviluppo delle malattie polmonari. La sua insufficienza è stata collegata alle infezioni virali del tratto respiratorio inferiore e all’esacerbazione delle malattie polmonari ostruttive croniche e dell’asma. Inoltre, i soggetti con bassi livelli di VitD al momento del test COVID-19 erano a più alto rischio di essere positivi al COVID-19 rispetto ai soggetti con sufficiente stato di VitD”, concludendo che Al momento è difficile sostenere se l’integrazione di VitD possa svolgere un ruolo nel combattere la gravità della malattia e ridurre la sua mortalità, ma può essere una raccomandazione utile e sicura per quasi tutti i pazienti.”

Update: Il governo britannico da gennaio 2021 distribuisce dosi di vitamina D (10 microgrammi al giorno) gratuite ai soggetti ritenuti molto vulnerabili al Coronavirus. Questa è la pagina ufficiale del sito del governo dove si riporta che “2.7 million vulnerable people in England are being offered free daily 10 microgram (400 international unit) vitamin D supplements for the winter by the government.” e che “Vitamin D is needed to keep bones and muscles healthy. It has also been suggested that vitamin D could reduce the risk of and COVID-19. As yet, there is insufficient evidence to prove that it helps people respond to COVID-19, but as more evidence is accumulated, our understanding may change. There are currently trials underway which we are keeping a close eye on. In the meantime, people should follow the current UK government advice on vitamin D supplementation to support general health, in particular bone and muscle health.”

Update: in questo studio del Royal College of Physicians, viene evidenziato come bassi livelli di vitamina D siano associati al rischio di polmonite e  infezioni dell’apparato respiratorio, come una deficienza di vitamina D sia comunissima (30-60% della popolazione) nell’emisfero occidentale, per cui “These studies raise the possibility that adequate levels of vitamin D may reduce the incidence of cytokine storm, which can occur in COVID-19”, e “If vitamin D does in fact reduce the severity of COVID-19 in regard to pneumonia/ARDS, inflammation, inflammatory cytokines and thrombosis, it is our opinion that supplements would offer a relatively easy option to decrease the impact of the pandemic.”. Viene anche rilevato come il beneficio si ottenga da dosi quotidiane di supplementi e non da dosi massicce assunte in breve tempo.

Dopo una lunga serie di studi che suggerivano la correlazione tra malattie respiratorie e Coronavirus in particolare e deficienza di vitamina D,  studi che in parte riportiamo di seguito in questo articolo, é ora ufficiale che la vitamina D aiuta a prevenire il Coronavirus. La rivista medica Aging Clinic and Experimental Research ha pubblicato uno studio  dei  ricercatori della Anglia Ruskin University di Cambridge e del Queen Elizabeth Hospital di Londra che “trova una significativa correlazione tra livelli di vitamina D e numero di casi di COVID-19, e in particolare con la mortalità causata da questa malattia.”. 

Questo studio, tra le altre osservazioni, rileva come la maggiore letalità del virus in Italia e Spagna sia collegata al fatto che “Nel Nord di Europa il livello medio [di vitamina D] è più alto per il consumo di olio di fegato di merluzzo e integratori di vitamina D, latte vitaminizzato e prodotti derivati dal latte (Finlandia).”

Questo studio si inserisce nella scia di numerosi altri, molti dei quali citati qui di seguito, che indicano correlazione tra carenza di vitamina D e Coronavirus, o tra carenza della vitamina D e malattie respiratorie in genere (si veda ad esempio questo studio della World Health Organization). Parimenti, con riferimento alle malattie dell’apparato respiratorio, era già fatto certo che “L’assunzione di integratori di vitamina D è sicura e protegge contro le infiammazioni acute dell’apparato respiratorio” (vedasi questo studio del 2017).

Il 18 maggio 2020 viene pubblicato questo articolo dal prestigioso magazine inglese The Spectator, articolo dove si afferma: “La teoria per cui la carenza di vitamina D potrebbe contribuire a casi più severi di Covid -19 sta guadagnando terreno. Stiamo arrivando al punto in cui è sorprendente che non si senta dalle autorità sanitarie in carica e dagli uomini politici che la gente dovrebbe considerare di assumere integratori per assicurarsi di avere sufficienti livelli di vitamina D.”.

Il 22 maggio 2020 la Academie National de Medicine francese raccomanda l’uso di vitamina D sia in via preventiva che curativa per il Coronavirus

2. La vitamina D aiuta a curare il Coronavirus? 

Non ci sono al momento prove indiscusse che consentano di affermare che la vitamina D aiuti a curare il Coronavirus. Esistono diversi studi medici e opinioni orientate in questo senso, ma non ci sono ancora le condizioni per l’ufficializzazione da parte della comunità medica internazionale, e quindi da parte degli enti governativi.

Salmone, broccoli e altri alimenti che contengono vitamina D

3. Quali altri studi medici oltre a quello citato nel primo paragrafo sostengono la rilevanza della vitamina D per la cura e prevenzione del Coronavirus?

Già diversi studi medici in tutto il mondo hanno affermato l’importanza della vitamina D per la cura e la prevenzione del Coronavirus, in una marcia di avvicinamento alle conclusioni positive raggiunte dai più recenti studi.

In Italia due professori dell’Università di Torino, il Prof. Giancarlo Isaia, Docente di Geriatria e Presidente dell’Accademia di Medicina di Torino, e il Prof. Enzo Medico, Professore Ordinario di Istologia all’Università di Torino, hanno pubblicato uno studio  che sostiene la possibilità che la vitamina D abbia un valore preventivo e terapeutico rispetto al Coronavirus.

Ve ne sono numerosi altri, alcuni (come questo  e questo pubblicati da www.publmed.gov) relativi all’efficacia dei supplementi di vitamina D per le malattie respiratorie in genere, che suggeriscono è comunque probabile, ma non provato, che lo stesso possa valere per il Coronavirus, altri (come questo  pubblicato su www.preprints.org e ancora più recente questo pubblicato su www.ssrn.com) che direttamente indicano la vitamina D come probabile coadiuvante nella terapia e prevenzione del Coronavirus, e ne suggeriscono l’impiego. Si aggiungono anche anche questo  e questo pubblicati su www.medrxiv.org e questo recente studio pubblicato su www.ssrn.com, questo pubblicato su bmj.com che rinvengono una correlazione importante tra la carenza di vitamina D e i casi gravi di coronavirus. Sempre sulla possibile maggiore letalità del Coronavirus per persone afflitte da carenze di vitamina D, questo studio della Northwestern University.

Questo studio pubblicato il 03 agosto su The Lancet afferma che: “… it would seem uncontroversial to enthusiastically promote efforts to achieve reference nutrient intakes of vitamin D, which range from 400 IU/day in the UK to 600–800 IU/day in the USA. These are predicated on benefits of vitamin D for bone and muscle health, but there is a chance that their implementation might also reduce the impact of COVID-19 in populations where vitamin D deficiency is prevalent; there is nothing to lose from their implementation, and potentially much to gain.”

È opportuno e ragionevole assumere vitamina D durante il blocco a cui siamo costretti per il coronavirus?

È sicuramente opportuno e ragionevole per la gran maggior parte delle persone assumere vitamina D in questo periodo in cui siamo costretti in casa e oppressi dal rischio del contagio. 

La quarantena riduce la nostra possibilità di esporci al sole e quindi di sintetizzare vitamina D naturalmente. Il timore di essere contagiati dal Coronavirus giustifica l’adozione di tutte le misure che siano scientificamente riconosciute sostenere il nostro sistema immunitario, come appunto assumere vitamina D. L’uso di integratori di vitamina D è suggerito per la prevenzione del Coronavirus come delle infiammazioni dell’apparato respiratorio in genere.

Donna che assume integratore di vitamina D

– Esistono raccomandazioni ufficiali per l’assunzione di vitamina D in questo periodo di quarantena per il Coronavirus?

Sì, numerose. Ne elenchiamo alcune:

L’ Association of UK Dietians, organo ufficiale dei dietologi del Regno Unito, ha esplicitamente raccomandato l’assunzione di integratori di vitamina D durante la quarantena per il Coronavirus, qui.

Il Ministero per la Salute italiano ha ufficialmente invitato i cittadini in quarantena a esporre braccia e gambe al sole per 40 minuti al giorno, per consentire la sintesi di vitamina D, qui.  Ma non tutti i giorni c’è il sole, non tutti hanno case col balcone, non tutti sono in condizione di salute per uscire o anche solo andare in balcone e, infine, spesso non c’è il modo di uscire esponendo gambe e braccia per 40 minuti, considerate le limitazioni.

La Scuola di Salute Pubblica dell’Università di Harvard scrive qui: “Sebbene non vi siano prove al momento che gli integratori di vitamina D riducano la severità del COVID-19, è possibile che lo facciano, soprattutto per persone che ne hanno livelli bassi. Considerato che il costo degli esami del sangue è solitamente superiore a quello degli integratori (e gli esami sono uno stress ulteriore per il nostro organismo), e considerato che ci sono altri benefici a mantenere un adeguato livello di vitamina D, sarebbe ragionevole per molti assumere integratori di vitamina D.”

Importanti riviste e enti di informazione medica internazionali hanno espressamente invitato all’assunzione di vitamina D durante l’epidemia di Coronavirus.

Scrive la British Nutrition Fundation qui: “Una presenza ridotta di vitamina D è associata a una ridotta risposta immunitaria. La nostra principale fonte di vitamina D è dalla luce del sole, ma anche cibo come pesce oleoso, uova e alcuni cereali. Visto che è spesso difficile ottenere sufficiente vitamina D dalla dieta, suggeriamo a tutti di valutare se prendere integratori di dieci microgrammi di vitamina D al giorno da ottobre a marzo, e tutto l’anno se non andiamo spesso all’aperto. Questo è un consiglio di cui molti di noi dovranno fare tesoro se stanno prevalentemente a casa e in particolare se sono in isolamento.” 

Scrive Med Page Today, ente riconosciuto dalla Facoltà di Medicina dell’Università della Pennsylvania, qui: “Identificare e trattare in modo proattivo le persone con carenze di vitamina D è una strategia potenziale per ridurre il rischio di COVID-19.” 

Ugualmente sull’opportunità di assumere integratori di vitamina D durante la quarantena per il Coronavirus si veda healthline.com, sito di divulgazione medica con oltre 200 milioni di utenti giornalieri, qui. 

Altri siti di rilevanza internazionale che raccomandano l’assunzione di vitamina D per la prevenzione del Coronavirus sono, in ordine cronologico degli articoli:

nonsprecare.it, sito italiano con circa 2 milioni di visite al mese, che contribuisce alla audience di tgcom24, qui.

dailykos.com, sito americano con circa 23 milioni di visite al mese, qui.

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